17 Mag 2018
A mysterious quote from «Bishop Primus Cambilunensis» unveiled - 6. The search goes on
«Ameria, an Italian town set in the Sabine region», writes Francesco Maurolico in his “Topographia Sanctorum Christi Martyrum” in 1568. «From this town the author names the 'Emerian Sibyl', who others call the 'Cimeriam' owing to the uncertainty of the place; she lives in the caverns of Norcia, and she is different from both the Cumaean and the Tiburtine Sibyls». These words will be quoted by Father Fortunato Ciucci in his “Chronicles of the Antique Town of Norsia” written in 1650.
Francesco Maurolico, an abbot who lived in Messina, introduced his book with the statement that it was drawn from «Primus Cabilunensis, bishop and theologist, once composed in the Year of Salvation 1450 and now at last complemented» [in the original Latin text: «per Primum Cabilunensem, episcopum, ac theologum, Anno salutis MCCCCL olim composita Et nunc demum recognita»].
By following the faint clues leading to the unknown identity of 'Primus Cabilunensis', we have ascertained that 'Primus' was the pen name of Jean Germain, a bishop of the French town of Chalon-sur-Saône, who in 1449 wrote a “Spiritual World Map” (“Mappemonde Sprituelle”), which made up the primary source of Maurolico's work.
However, by consulting the ancient original manuscript of the “Mappemonde Spirituelle”, we found out that Jean Germain never wrote a single word about a Sibyl of Norcia, nor provided any reference to an Amerian or Cimerian Sibyl.
So, all such references to Norcia and a cavern and a Sibyl and a village named Ameria were included in Maurolico's book by Maurolico himself.
Can we assume that Francesco Maurolico did not just copy from Jean Germain, and introduced additional information instead?
Yes, the surmise is fully correct. It is Maurolico himself who tells the reader that he «complemented» the information coming from Primus Cabilunensis. Furthermore, in the foreword to his “Martyrologium” - which includes his “Topographia” - Maurolico writes the following sentence, which shows that Jean Germain's work was the primary yet not the sole source:
«In all that I definitely took great advantage from the 'Topographia' by bishop Primus Cabilunensis, who lived some one hundred years ago».
[In the original Latin text: «Ad haec multum mihi contulit, quaedam Primi Cabilunensis episcopi Topographia, qui centesimo fere ab hinc anno vixit»].
We have already shown that Francesco Maurolico had a peculiar interest in Sibyls, so much so that he included a specific section specifically dedicated to the sibilline oracles, «On Sibyls and other authors» [in the original Latin text: «De Sibyllis, et variis Authoribus»]. And he did like to elaborate on the subject by adding additional information with respect to what he could read in Jean Germain's manuscript.
As an example, let's consider Jean Germain's excerpt on the town of Cumae. Here is what the French bishop says (see figure):
«Town of Cumea. The seventh Sibyl was born here, she was called Cumaean when Tarquinius reigned [...] Here St. Abundius was bishop [...]» («Cité cumane. Cy fut née la septième Sibile appellée cumane autemps de Terquinus [...] Cy fut evesque saint Abonde [...]»)
But Maurolico was not satisfied with what Germain had written, so he introduced additional information (actually the following is the fourth mention provided by Maurolico as to a Sibyl of Norcia):
«Cumae, a town of Campania lying by the gulf of Baiae. Here was the Cumaean Sibyl, who was also called Deiphobe, and by some named as Cimmeria or Cymica, but in truth the latter is a different one in the cavern of Norcia. Here bishop Abundius passed away».
[In the original Latin text: «Cumae Campaniae civitas in sinu Baiarum. Hic fuit Cumana Sibylla, quae Deiphobe vocatur, quae a nonnullis Cimmeria, vel Cymica dicitur, nisi haec alia sit ex antro Nurcino. Hic Abundius episcopus migrat»].
So it is now certain that Francesco Maurolico did not draw his mentions of a Sibyl of Norcia from Jean Germain. Where did he take them from?
It is no easy task to provide an answer to this crucial question. As a matter of fact, Maurolico made use of a number of different sources which, after re-elaboration, finally made up his “Topographia”, as noted by many authors (Gabriel Le Bras among others). Therefore, this might be a topic for further study targeted at spotting the original source which Maurolico is quoting when he provides mentions of the Sibyl of Norcia and the Amerian or Cimmerian Sibyl.
Father Fortunato Ciucci, abbot Francesco Maurolico, bishop Jean Germain: three authors belonging to three different centuries who each took part, in one way or the other, in the long-lasting mystery connected to the Apennine Sibyl and her legend. A thrilling ride across time, which casts additional light over an enigma which is still enshrouded in darkness: one of the most fascinating legends of ancient Italy.
Una misteriosa citazione da «Primo Cambilunense Vescovo» svelata - 6. La ricerca continua
«Ameria, città dell'Italia posta nella regione Sabina», scrive Francesco Maurolico nella sua “Topographia Sanctorum Christi Martyrum” nel 1568. «Da questa città l'autore denomina la 'Sibilla Emeria', che altri chiamano 'Cimeria' a causa dell'incertezza sul luogo; essa vive nell'antro di Norcia, ed è diversa sia dalla Cumana che dalla Tiburtina». Queste parole saranno successivamente menzionate da Padre Fortunato Ciucci nelle proprie "Historie dell'antica città di Norsia", scritte nel 1650.
Francesco Maurolico, abate messinese, introduceva la propria opera con l'affermazione che essa era tratta da «Primo Cabilunense, vescovo e teologo, un tempo composta nell'Anno della Salvezza 1450 e ora finalmente integrata» [nel testo originale latino: «per Primum Cabilunensem, episcopum, ac theologum, Anno salutis MCCCCL olim composita Et nunc demum recognita»].
Seguendo i labili indizi che conducono alla sconosciuta identità di 'Primo Cabilunense', abbiamo potuto accertare come 'Primo' non fosse altro che lo pseudonimo di Jean Germain, vescovo della città francese di Chalon-sur-Saône, il quale nel 1449 scrisse un "Mappamondo Spirituale" ("Mappemonde Spirituelle"), che andò a costituire la fonte primaria dell'opera di Maurolico.
Eppure, consultando l'antico manoscritto del "Mappemonde Spirituelle", troviamo che Jean Germain non scrisse nemmeno una singola parola a proposito di una Sibilla di Norcia, né menzionò in alcun modo una Sibilla Ameria o Cimeria.
E dunque, tutte quelle citazioni relative a Norcia e a una caverna e a una Sibilla e a un villaggio chiamato Ameria furono introdotte, nel volume di Maurolico, da Maurolico stesso.
È possibile allora supporre che Francesco Maurolico non si sia limitato meramente a copiare da Jean Germain, e abbia anzi introdotto informazioni aggiuntive tratte da altre fonti?
Sì, questa ipotesi è assolutamente corretta. È lo stesso Maurolico a informare il lettore di come egli abbia «integrato» i dati reperiti nell'opera di Primo Cabilunense. Inoltre, nell'introduzione al suo "Martyrologium" - che include la sua "Topographia" - Maurolico scrive le seguenti parole, le quali mostrano come Jean Germain abbia costituito la fonte primaria, ma non la sola:
«In queste cose certamente molto mi giovò la 'Topographia' del vescovo Primo Cabilunense, che visse circa cento anni fa».
[In the original Latin text: «Ad haec multum mihi contulit, quaedam Primi Cabilunensis episcopi Topographia, qui centesimo fere ab hinc anno vixit»].
Abbiamo già evidenziato come Francesco Maurolico dimostrasse un particolare interesse per le Sibille, tanto da inserire una sezione specificatamente dedicata agli oracoli sibillini, «Sulle Sibille, e altri autori» [nel testo originale latino: «De Sibyllis, et variis Authoribus»]. L'abate messinese, effettivamente, non si sottrasse alla tentazione di integrare le singole voci, aggiungendo ulteriori informazioni rispetto a quelle che è possibile reperire nell'opera di Jean Germain.
A titolo di esempio, andiamo a leggere il brano di Jean Germain relativo alla città di Cuma. Ecco cosa scrive il vescovo francese (vedere figura):
«Città di Cuma. Qui nacque la settima Sibilla chiamata Cumana ai tempi di Tarquinio [...] Qui fu vescovo Sant'Abbondio [...]» («Cité cumane. Cy fut née la septième Sibile appellée cumane autemps de Terquinus [...] Cy fut evesque saint Abonde [...]»)
Ma per Maurolico ciò che è riportato in Jean Germain non pare essere sufficiente, e così vengono introdotte ulteriori informazioni (in effetti quella che segue è la quarta citazione fornitaci da Maurolico in relazione alla Sibilla di Norcia):
«Cuma, città della Campania nel golfo di Baia. Qui fu la Sibilla Cumana, chiamata anche Deifobe, che alcuni indicano come Cimmeria o Cymica, se questa non fosse un diverso oracolo posto nella caverna di Norcia. Qui morì il vescovo Abbondio».
[Nel testo originale latino: «Cumae Campaniae civitas in sinu Baiarum. Hic fuit Cumana Sibylla, quae Deiphobe vocatur, quae a nonnullis Cimmeria, vel Cymica dicitur, nisi haec alia sit ex antro Nurcino. Hic Abundius episcopus migrat»].
E così, possiamo affermare con certezza che Francesco Maurolico non trasse le proprie citazioni in merito a una Sibilla di Norcia da Jean Germain. Ma allora, dove reperì quelle citazioni?
Fornire una risposta a questa cruciale domanda non pare essere compito facile. È noto infatti come Maurolico abbia fatto uso di varie fonti differenti, le quali, a valle di una rielaborazione da parte dell'autore, andarono infine a costituire la sua "Topographia", così come rilevato da diversi studiosi (tra gli altri Gabriel Le Bras). È per questo che tutto ciò potrà essere oggetto di ulteriori studi mirati all'identificazione della fonte originale utilizzata da Maurolico a proposito dei riferimenti concernenti una Sibilla di Norcia e una Sibilla Ameria o Cimmeria.
Padre Fortunato Ciucci, l'abate Francesco Maurolico, il vescovo Jean Germain: tre autori vissuti in tre differenti secoli, tre studiosi i quali hanno tutti preso parte, in un modo o nell'altro, a quel duraturo mistero connesso alla Sibilla Appenninica e alla sua leggenda. Un emozionante viaggio attraverso il tempo, in grado di gettare nuova luce su di un enigma che è ancora avvolto nell'oscurità: una delle leggende più affascinanti dell'antica Italia.
15 Mag 2018
A mysterious quote from «Bishop Primus Cambilunensis» unveiled - 5. The "Mappemonde Spirituelle" by Jean Germain
«Jehan Germain, professor of theology in Paris and by the grace of God bishop of Chalon-sur-Saône, [...] Chancellor of the Golden Fleece, in honour and homage. As many have already portrayed many different wordly maps by indicating in them the regions and countries and towns and castles and the seas [...], beasts and snakes and birds and fish and monsters to exhibit the wonders of the world [...] we made up in the year of the Lord 1449 this world map which, in contrast to the others, might be called a spiritual one»
[In the old French text: «Jehan Germain, docteur en theologie a Paris par la grace de dieu evesque de Chalon sur la Soone [...] Chancellier de [l']ordre de la touson dor, tout honneur and reverence. Que'en consideration que plusieurs se sont occupez a portraire diverses mappemondes temporelles et en illes ont consigné les provinces, pays, aucunes citez, villes, chasteaulx, mers [...] bestes, serpens, oyseaulx, poissons et monstres alfin se congnoistre les merveilles du monde [...] Avons l'an de notre seigneur 1449 fait cette mappemonde et icelle a la difference des autres appeller spirituelle»].
This is the opening of the “Spiritual world map” (“Mappemonde Spirituelle”) written by Jean Germain - which we know under the pen name «Primus Cambilunensis» - in the fifteenth century: a work that intended to convey the picture of a physical world in which God had performed sacred deeds through his holy heralds, including apostles, martyrs, priests and blessed maidens («apotres, les plus nommés martyrs, confesseurs, vierges»).
Did Jean Germain include an Apennine Sibyl in his geography of hallowed preachers and announcers of the Salvation scattered all around the known world? Abbot Francesco Maurolico in the sixteenth century and Father Fortunato Ciucci in the seventeenth alleged that the French bishop actually mentioned a Sibyl of Norcia in his “Mappemonde”. Is that true?
To find out, we need to address one of the five extant manuscripts of Germain's “Spiritual world map”, such as the illuminated manuscript from Lyon, from which we draw the fine miniature which shows the bishop of Chalon-sur-Saône presenting his work to Duke Philip the Good of Burgundy; or the instance preserved at the Bibliothèque Nationale de France (Département des Manuscrits, Français 13235).
Let's go through the pages of the latter: Jean Germain brings us across Arabia, Syria, Judea, Cappadocia, Mesopotamia, Armenia, and India, and African regions such as Ethiopia and Egypt, all of them with their saints and martyrs; we are then transferred to Europe, with Dalmatia, Russia, and the lands of Goths, Saxony, Hungary, Germany, Sweden. Italy is now close, with Naples and the Calabria. The French bishop continues his enumeration by listing Spoleto and Perugia and Rome and many other Italian towns, including Florence, Bologna, Siena and Venice, which preserved the body of St. Mark the Evangelist. After that, the text goes on with Spain and France and England, and ends up with «Ybernie», today's Ireland.
But no single reference to a Sibyl of the Apennines is found anywhere in Jean Germain's text.
So in the year 1449, in his “Mappemonde Spirituelle”, Jean Germain, also known as 'Primus Cambilunensis', never wrote the sentences on the Sibyl of Norcia which were subsequently attributed to him by Francesco Maurolico and, a century later, by Father Fortunato Ciucci.
So it was Maurolico, in 1568, who included in his book, the “Topographia Sanctorum Christi Martyrum”, the words concerning a Sibyl in the caverns of Norcia and her qualifiers as Ameria, Emeriam or Cimeriam. And he did not draw them from Jean Germain.
We have reached the bottom end of our search. In the next article, we will summarise the results of our ride across three centuries and propose further lines of study.
Una misteriosa citazione da «Primo Cambilunense Vescovo» svelata - 5. Il "Mappemonde Sprituelle" di Jean Germain
«Jehan Germain, dottore in teologia a Parigi per la grazia di dio vescovo di Chalon-sur-Saône, [...] Cancelliere dell'ordine del Toson d'Oro, ogni onore e reverenza. In considerazione del fatto che molti si sono occupati di ritrarre diverse mappe del mondo temporale e in esse hanno rappresentato province, paesi, molte città, castelli, mari [...] belve, serpenti, uccelli, pesci e mostri affinché si conoscano le meraviglie del mondo [...] noi abbiamo fatto, l'anno di Nostro Signore 1449, questo mappamondo e questo, a differenza degli altri, lo si chiami spirituale»].
[Nel testo in antico francese: «Jehan Germain, docteur en theologie a Paris par la grace de dieu evesque de Chalon sur la Soone [...] Chancellier de [l']ordre de la touson dor, tout honneur and reverence. Que'en consideration que plusieurs se sont occupez a portraire diverses mappemondes temporelles et en illes ont consigné les provinces, pays, aucunes citez, villes, chasteaulx, mers [...] bestes, serpens, oyseaulx, poissons et monstres alfin se congnoistre les merveilles du monde [...] Avons l'an de notre seigneur 1449 fait cette mappemonde et icelle a la difference des autres appeller spirituelle»].
Così comincia il "Mappamondo Spirituale" (“Mappemonde Spirituelle”) scritto da Jean Germain - che noi conosciamo con lo pseudonimo di 'Primo Cambilunense' - nel quindicesimo secolo: un'opera che intendeva rappresentare un mondo fisico e reale, nel quale Dio aveva però agito santificandolo con la presenza e le azioni degli araldi da Lui prescelti, quali apostoli, martiri, chierici e sante vergini («apotres, les plus nommés martyrs, confesseurs, vierges»).
Jean Germain inserì anche una Sibilla Appenninica, in quella sua geografia sacra fatta di predicatori e messaggeri della Salvezza disseminati lungo tutta l'estensione del mondo a quel tempo conosciuto? L'abate messinese Francesco Maurolico, nel sedicesimo secolo, e il nursino Padre Fortunato Ciucci, nel diciassettesimo, affermarono che il vescovo francese avesse realmente menzionato una Sibilla di Norcia nel proprio "Mappemonde". Ma è proprio così?
Per verificare come stiano effettivamente le cose, dobbiamo rivolgerci a uno dei cinque manoscritti superstiti del "Mappamondo Spirituale" di Jean Germain, come il bel manoscritto conservato a Lione, dal quale traiamo la preziosa miniatura che mostra il vescovo di Chalon-sur-Saône nell'atto di offrire la propria opera al Duca Filippo il Buono di Borgogna; oppure, l'esemplare custodito presso la Bibliothèque Nationale de France (Département des Manuscrits, Français 13235).
Andiamo a sfogliare le pagine di quest'ultimo: Jean Germain ci conduce attraverso l'Arabia, la Siria, la Giudea, la Cappadocia, e poi la Mesopotamia, l'Armenia, l'India e le regioni dell'Africa, come l'Etiopia e l'Egitto, tutte con i propri santi e i propri màrtiri; ci trasporta inoltre in Europa, con la Dalmazia, la Russia e le terre dei Goti, la Sassonia, l'Ungheria, la Germania e la Svezia. L'Italia si avvicina, con Napoli e la Calabria. Il vescovo francese continua ancora la propria elencazione, nominando Spoleto e Perugia e Roma e molte altre città italiane, tra le quali Firenze, Bologna, Siena e Venezia, nella quale si trova il corpo dell'evangelista Marco. Infine, il testo si muove verso la Spagna, la Francia e l'Inghilterra, fino a terminare con «Ybernie», la moderna Irlanda.
Nell'opera, non appare alcuna menzione che riguardi una Sibilla degli Appennini.
E dunque, nell'anno 1449, nel suo "Mappamonde Spirituelle", Jean Germain, noto anche come 'Primo Cambilunense', non scrisse mai quelle frasi concernenti la Sibilla di Norcia che gli furono successivamente attribuite da Francesco Maurolico e, un secolo più tardi, da Padre Fortunato Ciucci.
Così, possiamo affermare che fu Maurolico, nel 1568, a inserire nel proprio volume, la “Topographia Sanctorum Christi Martyrum”, quelle parole relative a una Sibilla presente nelle caverne di Norcia, caratterizzandola con le qualificazioni di Ameria, Emeria o Cimeria. E non si tratta di parole tratte dall'opera di Jean Germain.
Abbiamo quasi raggiunto il termine della nostra ricerca. Nel prossimo articolo, riepilogheremo i risultati del nostro viaggio attraverso tre secoli e proporremo ulteriori percorsi di studio e di investigazione.
8 Mag 2018
A mysterious quote from «Bishop Primus Cambilunensis» unveiled - 4. In search of the shadowy identity of 'Primus'
Now the time has come to unveil the identity of 'Primus Cambilunensis', allegedly the original source from which Francesco Maurolico, in 1568, extracted a number of cryptic mentions about the Apennine Sibyl, and also the «bishop and theologist» quoted by Father Fortunato Ciucci from Norcia who, a century later, in 1650, reported a similar mention concerning the same Sibyl.
We know that 'Primus' is connected to Chalon-sur-Saône, the ancient French town of 'Cabillonum'. Furthermore, we know that he was a bishop, though no bishop with such name is listed in the historical records of Chalon-sur-Saône. Finally, we know that in 1450 he wrote some kind of “Topography of Martyrs”, as attested in both Ciucci and Maurolico.
So who is 'Primus'?
We are about to follow so faint a trace that it seems quite impossible we have any chance to succeed. However, you will see that we will finally get through. Let's start and find out who 'Primus Cambilunensis' was.
As a matter of fact, we are able to positively retrieve an additional excerpt which does mention our unknown Primus.
Let's turn to the antique pages of a most precious book: the “Cosmographia” of second-century Roman-Greek author Claudius Ptolemaeus (Ptolemy in modern English). However, we are not going to address the ancient extant manuscripts, written in Greek. We want to read from a later, particularly rare printed version, that published in Latin by Johann Reger, in Ulm, a German town, in 1486.
Reger's version begins with an alphabetical list of places, including information which is not to be ascribed to Ptolemy, as it manifestly refers directly to Reger's age. And, under letter 'C', we find a place whose name is «Cabulium»: this is nothing else than 'Cabillonum', or, in our modern times, Chalon-sur-Saône.
What does Reger write about «Cabulium»? Here are his precise words:
«Cabulium [...] Here [was] the noble Primus, German bishop and professor of sacred theology, who in the year of our Lord 1450 arranged the saints in his world map, which is called a spiritual one».
[In the original Latin text: «Cabulium [...] Hic dominus primus germani episcopus sacre theologie professor qui anno domini 1450 hos sanctos composuit in sua mappa mundi que spiritualis dicitur»].
We are getting closer and closer to our target: in Chalon-sur-Saône, in 1450, someone composed a “world map of saints”, the same kind of literary work attributed to 'Primus' by Ciucci and Maurolico, and he was a «German bishop».
Now, if we peruse the list of bishops who held the post in Chalon-sur-Saône throughout the centuries, we find that between 1436 and 1461 the position was occupied by a Jean Germain. He was a scholar and an author of pious literary works. His family name was 'Germain': even though he was not German (he was born in Cluny), its surname sounds like the «German bishop» mentioned by Reger.
However, his name was 'Jean', not 'Primus'. So what shall we do with this unfit name?
To solve the riddle, we have to draw on another remarkable book, a posthumous work published in 1725, written by a certain Adrien Baillet, an erudite and priest who lived in Paris in the second half of the seventeenth century. His “Scholarly Opinions on the Main Works of the Writers” (“Jugemens des Savans sur les Principaux Ouvrages des Auteurs”) is a quite unbelievable, mammoth collection, made up of eight books, of literary criticism applied to all sorts of writers and poets, starting from classical authors and up to Baillet's age.
In Book 5, Baillet explores the world of the «Authors in disguise» [«Les auteurs déguisés»] by listing hundreds and hundreds of 'noms de plume' for just as much authors. And, under letter 'P', we find the following pen name:
«Primus: Jean Germain».
There we are. We got it. At last we discovered the true identity of «Primus Cambilunensis»: he is Jean Germain, bishop of Chalon-sur-Saône from 1436 to 1461, whose pen name was 'Primus'.
As a matter of fact, “The Apennine Sibyl - A Mystery and a Legend” is not first in achieving such result, as it had already been stated by other scholars (Baudouin de Gaiffier and Gabriel Le Bras in the first half of the twentieth century); however, the fanciful steps we have been retracing - from Fortunato Ciucci to Francesco Maurolico, from Johann Reger's edition of Ptolemy's “Cosmographia” to Adrien Baillet's ponderous work - are fully original: a treasure hunt carried out across various different authors and centuries.
Now, to crosscheck our guess, we only need to inspect whether Jean Germain, the fifteenth-century French bishop, did actually write and publish any “Topography of Martyrs”.
He did. In 1449, he composed a “Spiritual Worldmap” (“Mappemonde Spirituelle” in French), containing information on which places were made holy by saints, apostles and martyrs with their presence, sermons and deeds.
So we are now about to open Jean Germain's “Worldmap” and see whether we can find in it any reference to Norcia and the Apennine Sibyl, as alleged by Fortunato Ciucci and Francesco Maurolico. Nobody has ever read the work of Jean Germain with the intention of performing such a check.
Let's see what happens.
Una misteriosa citazione da «Primo Cambilunense Vescovo» svelata - 4. Alla ricerca dell'elusiva identità di 'Primo'
È arrivato il momento di svelare l'identità di 'Primo Cambilunense', il quale, secondo Francesco Maurolico, costituirebbe la fonte originale dalla quale l'abate messinese trasse, nel 1568, una serie di enigmatici riferimenti concernenti la Sibilla Appenninica, nonché il «Vescovo e Teologo» che Padre Fortunato Ciucci da Norcia menzionerà nel riferire di una simile citazione a proposito della medesima Sibilla, un secolo più tardi, nel 1650.
Sappiamo come 'Primo' sia legato a Chalon-sur-Saône, l'antica città di 'Cabillonum'. Inoltre, sappiamo anche che egli fu vescovo di quella città, benché nessun vescovo con tale nome risulti essere elencato nella lista di presuli storici di Chalon-sur-Saône. Infine, sappiamo anche che, nel 1450, il nostro ignoto personaggio si dedicò alla compilazione di un qualche genere di "Topografia di Màrtiri", come attestato sia dal Ciucci che dal Maurolico.
Insomma, chi fu mai questo 'Primo'?
Stiamo per seguire una traccia così labile da rendere quasi impossibile conseguire un successo. Eppure, vedrete che riusciremo a farcela. Cominciamo, dunque, e andiamo a indovinare chi fu 'Primo Cambilunense'.
Come ulteriore elemento fattuale, possiamo affermare di essere in grado di rintracciare un ulteriore brano che fa menzione del nostro ignoto 'Primo'.
Andiamo dunque a sfogliare le antiche pagine di un volume estremamente prezioso: la "Cosmographia" dell'autore greco-romano Claudio Tolomeo, vissuto nel secondo secolo d.C. Non andremo però ad esplorarne il testo greco, riportato dai più antichi manoscritti ancora esistenti; ci rivolgeremo, invece, a una più tarda, rarissima edizione a stampa, pubblicata in lingua latina da Johann Reger, a Ulm, in Germania, nel 1486.
La versione di Reger comincia con un elenco alfabetico di luoghi, il quale comprende informazioni non ascrivibili all'originale di Tolomeo, in quanto relativo a notizie risalenti all'epoca dello stesso Reger. E, sotto la lettera 'C', ci imbattiamo in un luogo il cui nome è «Cabulium»: si tratta di null'altro che di 'Cabilllonum', o, come diremmo oggi, Chalon-sur-Saône.
E cosa scrive Reger a proposito di «Cabulium»? Ecco le sue esatte parole:
«Cabulium [...] Qui [fu] il nobile Primo, vescovo della Germania e professore della sacra teologia, il quale nell'anno del Signore 1450 collocò i santi nella sua mappa del mondo, che è chiamata mappa spirituale»].
[Nel testo originale latino: «Cabulium [...] Hic dominus primus germani episcopus sacre theologie professor qui anno domini 1450 hos sanctos composuit in sua mappa mundi que spiritualis dicitur»].
Ci stiamo avvicinando sempre di più al nostro obiettivo: a Chalon-sur-Saône, nel 1450, qualcuno compilò un "mappamondo dei santi", lo stesso genere di opera letteraria attribuita a 'Primo' da Ciucci e Maurolico; egli, inoltre, era un «vescovo della Germania».
Ora, se andiamo a consultare la lista dei vescovi che hanno ricoperto questa carica ecclesiastica a Chalon-sur-Saône nel corso dei secoli, troviamo che tra il 1436 e il 1461 la posizione era occupata da un certo Jean Germain. Un erudito, un autore di opere letterarie di argomento religioso. Il suo cognome era 'Germain': benché egli non fosse tedesco (essendo nato a Cluny), questo cognome pare ricordare proprio quel «vescovo della Germania» di cui ci parla Reger.
Il problema è che il suo nome era 'Jean', non 'Primo'. E dunque, cosa dobbiamo pensare di questa incongruenza tra i nomi di battesimo?
Per risolvere questo rebus, dobbiamo rivolgerci ad un altro peculiare volume, un'opera postuma pubblicata nel 1725, il cui autore è un certo Adrien Baillet, anch'egli un erudito, un canonico vissuto a Parigi nella seconda metà del '600. I suoi "Giudizi dei sapienti sulle principale opere degli scrittori" (“Jugemens des Savans sur les Principaux Ouvrages des Auteurs”) è un'incredibile, gigantesca raccolta, composta da ben otto libri, di critiche letterarie concernenti ogni genere di scrittori e poeti, a partire dagli autori dell'antichità e fino all'epoca dello stesso Baillet.
Nel quinto volume, Baillet approfondisce il mondo degli «Autori in incognito» [«Les auteurs déguisés»], elencando centinaia e centinaia di pseudonimi relativi ad altrettanti scrittori. E, sotto la lettera 'P', troviamo il seguente pseudonimo:
«Primus: Jean Germain».
Ed eccolo qui. Ci siamo arrivati. Abbiamo finalmente scoperto quale sia la vera identità di «Primo Cambilunense»: si tratta di Jean Germain, vescovo di Chalon-sur-Saône dal 1436 al 1461, il cui pseudonimo da scrittore era 'Primo'.
In realtà, "Sibilla Appenninica - Il Mistero e la Leggenda" non è stata la prima a pervenire a questo risultato, già rilevato in precedenza da altri studiosi (in particolare da Baudouin de Gaiffier e Gabriel Le Bras nella prima metà del ventesimo secolo); nondimeno, i fantasiosi ma fondati passaggi che abbiamo ricostruito in questo articolo - da Fortunato Ciucci a Francesco Maurolico, dall'edizione della "Cosmographia" di Tolomeo di Johann Reger alla ponderosa opera di Adrien Baillet - sono del tutto originali: una caccia al tesoro condotta tra vari autori e attraverso diversi secoli.
Ora, al fine di confermare definitivamente la nostra ipotesi, non ci rimane che verificare se effettivamente Jean Germain, vescovo francese del quindicesimo secolo, abbia mai scritto e pubblicato una qualche "Topografia di Màrtiri".
La risposta è affermativa. Nel 1449, egli compose un "Mappamondo Spirituale" (“Mappemonde Spirituelle”), contenente informazioni su quali luoghi siano stati santificati dalla presenza, dalla predicazione e dalle opere di santi, apostoli e martiri.
Stiamo dunque adesso per aprire le pagine del "Mappamondo" di Jean Germain, per vedere se esso contenga o meno uno o più riferimenti a Norcia e alla Sibilla Appenninica, come sostengono Fortunato Ciucci e Francesco Maurolico. Nessuno ha mai affrontato in precedenza l'opera di Jean Germain con l'intenzione di effettuare questo genere di controllo.
Vediamo insieme, allora, cosa sta per accadere.
2 Mag 2018
A mysterious quote from «Bishop Primus Cambilunensis» unveiled - 3. The Sibyl looms through the words written by Francesco Maurolico
Francesco Maurolico, a man of the late Renaissance, a benedictine abbot, one of the most learned scholars in Messina during the first half of the sixteenth century. Many of his works have never been published and are now lost to us; many others have reached our present times, including scientific essays like the “Opuscula Mathematica”, historical chronicles such as the “Sicanicarum Rerum Compendium”, and religious works as the “Topographia Sanctorum Christi Martyrum”, contained in his “Martyrologium”.
It is in the “Topographia” that we find a number of mentions concerning the Sibyl of Norcia: three different references which cast a new, unprecedented light upon the sibilline oracle that, according to the legend, resides beneath the peak of Mount Sibyl, in central Italy.
In this article, for the first time ever, we publish the three mentions of the Sibyl of Norcia written by Francesco Maurolico in 1568.
A first mention is provided by Maurolico at the very beginning of his alphabetical list of places which are relevant to martyrs. Here is what he notes down under letter 'A':
«Ameria, an Italian town set in the Sabine region. From this town the author names the 'Emerian Sibyl', who others call the 'Cimeriam' owing to the uncertainty of the place; she lives in the caverns of Norcia, and it is different from both the Cumaean and the Tiburtine Sibyls».
[In the original Latin text: «Ameria civitas Italiae in Sabinis. Hinc denominat author Sybillam Emeriam, quam alii Cimeriam vocant ab oscuritate loci, et in Nurcinis antris habitantem, atque a Cumana, et a Tyburtina diversam»].
The above excerpt is quite puzzling: Maurolico refers to a Sibyl who lives «in the caverns of Norcia», but he also mentions another Italian town, Amelia (whose Latin name is 'Ameria'). Though the latter is not far from Norcia and lies in the same ancient region of Sabine, Amelia, a town which still stands, is set in a different geographical area, separated from Norcia by a number of mountainous ridges, and definitely it has nothing to do with the Sibillini Mountain Range.
A second notable trait comes in sight either: Francesco Maurolico calls the Sibyl of Norcia 'Emeriam' or 'Cimeriam': a Sibyl that appears in some versions of the most classical enumeration of Sibyls provided by Lucius Caecilius Firmianus Lactantius, a fourth-century author. Does Maurolico maintain that the Apennine Sibyl actually belongs to the list of ten classical Sibyl known from antiquity?
But Maurolico does not restrict himself to a single mention. Under letter 'N' in his “Topographia”, we find another mention. And, this time, 'N' is for 'Norcia':
«Norcia, a town of the Italian region of Picenum; close to it is the Cavern of the Cimeriam Sibyl, and the lake of Demons».
[In the original Latin text: «Nurcia civitas Italiae in agro Piceno, iuxta quam est Antrum Sibyllae Cymeriae, et lacus Daemonum»].
Again, Maurolico stresses the point that the name of the Sibyl of Norcia is 'Cimeriam': once more, a direct reference to the classical list of ten Sibyls.
That was the second mention. However, there is a third too. At all appearances, the Sicilian abbot had a special interest in Sibyls, as later in his “Topographia” he introduces a specific section specifically dedicated to the sibilline oracles, «On Sibyls and other authors» [in the original Latin text: «De Sibyllis, et variis Authoribus»]. In this section, Maurolico provides quotes from a number of classical authors who wrote about the Sibyls. When it comes to Lactantius, he enumerates the ten Sibyls included in the renowned classical list. The fourth in the list is the one we are interested in:
«The fourth Sibyl is the Cumaeam, whom Naevius mentions in his books about the Punic war, and Piso in his annals as well», says Maurolico, reporting the same words that are actually found in most versions of fourth-century Lactantius' “De divinis institutionibus”.
However, the learned Sicilian abbot adds further words, which are not present in Lactantius' original excerpt:
«... from the Cimeriam castle, also known as the Cave of Norcia, which some call by the corrupted name of 'Cymea' or 'Cymica'».
[In the original Latin text: «ex Cimerio oppido, sive Antro nurcino, quae corrupto forte verbo Cymea, vel Cymica vocetur a nonnullis»].
Ameria, Emeriam, Cimeriam, Cymeriam, Cymea, Cymica, Cumaeam: a plethora of different qualifiers, which - according to Francesco Maurolico - would all point to a same oracle: the Sibyl of Norcia, which is not the one from Cumae (for Lactantius, and Maurolico as well, the latter is listed as the seventh Sibyl, with the Latin qualifiers «Cumanam» and also «Amaltheam»).
Now uncertainty has reached its utmost level. Where did Maurolico take all those words from? Did he really quote, as he explicitly declares, from a certain «Primus Cabilunensis, bishop and theologist» and his work allegedly written in 1450? Who is the Cimeriam Sibyl? And has she really anything to do with our Sibyl of the Apennines, as alleged by Maurolico?
We will try to provide an answer to all such questions in the next article, when we will find out the true identity of «Primus Cabilunensis», and we will read directly from the pages of his books.
Does Primus also provide mentions about the Sibyl of Norcia? Or, did Maurolico just «complemented» Primus' book by inserting his own words concerning our Sibyl?
Stay with us, because we will check it out.
Una misteriosa citazione da «Primo Cambilunense Vescovo» svelata - 3. La Sibilla si manifesta attraverso le parole vergate da Francesco Maurolico
Francesco Maurolico, un uomo del tardo rinascimento, un abate benedettino, un letterato di grande erudizione, attivo nella città di Messina nel corso della prima metà del sedicesimo secolo. Molte delle sue opere non sono mai state pubblicate, e sono così andate perdute; molte altre hanno invece raggiunto la nostra epoca, come ad esempio saggi scientifici quali gli "Opuscula Mathematica", volumi storici come il "Sicanicarum Rerum Compendium", e opere di argomento religioso come la “Topographia Sanctorum Christi Martyrum”, contenuta nel suo “Martyrologium”.
È proprio nella “Topographia” che ci imbattiamo in una serie di menzioni concernenti la Sibilla di Norcia: tre differenti citazioni che gettano una nuova, inedita luce sull'oracolo sibillino che, secondo la leggenda, dimorerebbe al di sotto del picco del Monte Sibilla, nell'Italia centrale.
In questo articolo, per la prima volta, pubblichiamo le tre menzioni relative alla Sibilla di Norcia scritte da Francesco Maurolico nel 1568.
Una prima menzione ci viene fornita da Maurolico proprio all'inizio della sua elencazione, in ordine alfabetico, di luoghi considerati rilevanti in relazione ai santi martiri. Ecco cosa egli scrive nell'ambito della lista catalogata sotto la lettera 'A':
«Ameria, città dell'Italia posta nella regione Sabina. Da questa città l'autore denomina la 'Sibilla Emeria', che altri chiamano 'Cimeria' a causa dell'incertezza sul luogo; essa vive nell'antro di Norcia, ed è diversa sia dalla Cumana che dalla Tiburtina».
[Nel testo originale latino: «Ameria civitas Italiae in Sabinis. Hinc denominat author Sybillam Emeriam, quam alii Cimeriam vocant ab oscuritate loci, et in Nurcinis antris habitantem, atque a Cumana, et a Tyburtina diversam»].
Questo brano non può non lasciare lo studioso alquanto perplesso: Maurolico sta facendo riferimento a una Sibilla che abita «nelle caverne di Norcia», ma pare menzionare anche un'altra città italica, Amelia (il cui nome latino è 'Ameria'). Benché quest'ultimo borgo, ancora oggi esistente, non sia così distante da Norcia e si trovi nella medesima antica regione della Sabina, Amelia è localizzata in una differente area geografica, separata da Norcia da vari rilievi montuosi, e di certo non ha nulla a che vedere con i Monti Sibillini.
Inoltre, è possibile evidenziare un secondo aspetto notevole: Francesco Maurolico denomina la Sibilla di Norcia come 'Emeria' o 'Cimeria': una Sibilla che appare in alcune versioni della più famosa enumerazione classica di Sibille, quella tramandataci da Lucio Cecilio Firmiano Lattanzio, un autore del quarto secolo. Forse Maurolico intende sostenere l'ipotesi che la Sibilla Appenninica appartenga alla lista delle dieci Sibille note sin dall'antichità?
In ogni caso, Maurolico non si limita ad una sola citazione. Nella sua "Topographia", sotto la lettera 'N', troviamo infatti un altro riferimento. E, questa volta, 'N' sta per 'Norcia':
«Norcia, una città d'Italia nella regione del Piceno, vicino alla quale si trova l'Antro della Sibilla Cimeria, e il lago dei Dèmoni».
[Nel testo originale latino: «Nurcia civitas Italiae in agro Piceno, iuxta quam est Antrum Sibyllae Cymeriae, et lacus Daemonum»].
Ancora una volta, Maurolico rimarca come il nome della Sibilla di Norcia sia 'Cimeria': ancora una volta, si tratta un riferimento diretto alla lista delle dieci Sibille classiche.
E questa era la seconda menzione. Ma non è finita, perché ve ne è anche una terza. In tutta evidenza, l'abate siciliano nutriva uno speciale interesse per le Sibille, perché più oltre, nella sua "Topographia", egli inserisce addirittura una specifica sezione dedicata agli oracoli sibillini, «Sulle Sibille, e altri autori» [nel testo originale latino: «De Sibyllis, et variis Authoribus»]. In questa sezione, Maurolico fornisce citazioni tratte da vari autori classici che scrissero a proposito delle Sibille. Nel riferire di Lattanzio, egli ci ripropone la lista delle dieci Sibille contenute nell'elenco classico. La quarta nella lista è quella di nostro particolare interesse:
«La quarta Sibilla è la Cumea, di cui parla Nevio nei suoi libri dedicati alla Guerra Punica, a anche Pisone nei suoi annali», ci informa Maurolico, riportando le parole che sono effettivamente reperibili in molte versioni dell'opera di Lattanzio “De divinis institutionibus”, risalente al quarto secolo.
Ma l'erudito abate siciliano aggiunge poi ulteriori parole, che non sono presenti nel brano originale di Lattanzio:
«... dal castello Cimerio, conosciuto anche con il nome di Antro nursino, che alcuni chiamano con il nome corrotto di 'Cymea' o 'Cymica'».
[Nel testo originale latino: «ex Cimerio oppido, sive Antro nurcino, quae corrupto forte verbo Cymea, vel Cymica vocetur a nonnullis»].
Ameria, Emeria, Cimeria, Cymeria, Cymea, Cymica, Cumaea: una moltitudine di nomi differenti che - secondo Francesco Maurolico - punterebbero tutti al medesimo oracolo: la Sibilla di Norcia, che non sarebbe da identificarsi con quella di Cuma (per Lattanzio, come anche per Maurolico, quest'ultima è elencata come la settima Sibilla, con le qualificazioni latine di «Cumanam» e anche «Amaltheam»).
A questo punto, l'incertezza regna in sommo grado. Da dove trasse, il Maurolico, quelle parole? Sta realmente riportando, come egli stesso dichiara esplicitamente, frasi estratte da un certo «Primo Cabilunense, vescovo e teologo» e dal suo testo asseritamente scritto nel 1450? Chi era la Sibilla Cimeria? E ha essa qualcosa a che fare con la nostra Sibilla degli Appennini, come affermato da Maurolico?
Proveremo a trovare una risposta a tutte queste domande nel prossimo articolo, nel quale scopriremo la vera identità di «Primo Cabilunense», e andremo a leggere direttamente dalle pagine del suo libro.
Ci parlerà, Primo, della Sibilla di Norcia? Oppure, scopriremo che Maurolico ha «integrato» il libro di Primo inserendo parole di propria mano a proposito della nostra Sibilla?
Restate con noi, perché stiamo per andare a scoprirlo.
23 Apr 2018
A mysterious quote from «Bishop Primus Cambilunensis» unveiled - 2. A sixteenth-century “Topographia Martyrum” from Sicily (with the Sibyl of Norcia included)
In 1650 Father Fortunato Ciucci reported that in an essay written by a certain «Primus Cambilunensis» the Sibyl of Norcia was mentioned as living in a gloomy cave in the Sibillini Mountain Range.
But who was «Primus Cambilunensis», and where can we trace his book?
If we look for an author named 'Primus' in the European literature of the seventeenth century, or of earlier centuries, we find that we cannot pinpoint a specific writer who bears this name. To restrict our search, a helpful indication may come from the word «Cambilunensis», a geographical qualifier which indicates the ancient French town of Chalon-sur-Saône, attested as 'Cavillonum' or 'Cabillonum' in Julius Ceasar's “Gallic War”.
Accoding to Father Ciucci, «Primus Cambilunensis» was a bishop and author of theological essays, so we may try and address the list of bishops that have held the post in Chalon-sur-Saône from early Middle Ages to year 1650, when the monk from Norcia noted down his quote. However, this list, known from the works by other scholars, is quite long: restraining ourselves to the eleventh century and onwards, it starts from a certain Lambert in year 1017 and continues with Geoffroy, Hugues, Guy, Aicard and many others, up to Cyrus de Thiard de Bissy and Jacques de Neuchèze in the first half of the seventeenth century, the age of Father Ciucci. None of such bishops is named 'Primus' and none of them appears to have ever written any essay on martyrs, as stated by Ciucci.
So we got stuck in a sort of dead end. The list of Chalon-sur-Saône's bishops offers us no hints. Our hunt seems to end up in a small town of Eastern France, and the words written in Norcia by Father Fortunato Ciucci in 1650 appear to be doomed to a sad destiny of unsubstantiality and oblivion.
Yet a very remarkable clue comes to our aid.
Someone, at some point in history, did actually write and publish an essay on martyrs and the places where their martyrdoms happened: a 'Topography of Martyrs', exactly what Ciucci seems to have drawn is quote from.
We have to leave France, at least for the time being, and turn to sixteenth-century Italy. In the town of Messina, lying on the easternmost tip of Sicily right in front of the renowned strait, once lived a famous historian, astronomer and mathematician, a benedictine abbot who was known in Europe as a learned scholar: Francesco Maurolico.
A man of great erudition, he was the author of a “Martyrologium”, a work providing information on saints and martyrs of the Catholic Church for each day of the year, a sort of handbook for priests celebrating the Mass. However, our interest is not in this part of his book.
Maurolico's “Martyrologium”, published in Venice in 1568, contains an addendum which is fully relevant to our search. In fact, in the final section of his work Maurolico includes a specific list of places: an inventory of sites, towns and regions, starting from Antiochia in Syria and ending up with Urci, today's Almeria in Spain, and also containing additional sites pertaining to apostles, prophets and other characters from the Holy Bible.
The title of this section is “Topographia Sanctorum Christi Martyrum”: exactly the “Topography of the holy martyrs” mentioned by Father Fortunato Ciucci in his “Chronicles of the Antique Town of Norsia” a century later.
And this is not all. It is Francesco Maurolico himself who adds a subheading to that title: he states that his “Topographia” is drawn from «Primus Cabilunensis, bishop and theologist, once composed in the Year of Salvation 1450 and now at last complemented» [in the original Latin text: «per Primum Cabilunensem, episcopum, ac theologum, Anno salutis MCCCCL olim composita Et nunc demum recognita»].
Here we are. We have possibly found the original source from which Father Fortunato Ciucci, a benedictine monk active in Norcia around 1650, extracted his words about the Sibyl and her cave.
We will see that our surmise is absolutely correct. Because Francesco Maurolico, who says he is reporting words from an earlier author named Primus, provides the same sentences subsequently reported by Ciucci.
And our finding is even richer than that: “The Apennine Sibyl - A Mystery and a Legend” is proud to convey to the attention of contemporary scholars the additional, previously-unknown sentences that Maurolico wrote about the Sibyl. Actually, there is more than one. As we will see in the next article.
Una misteriosa citazione da «Primo Cambilunense Vescovo» svelata - 2. Una “Topographia Martyrum” seicentesca dalla Sicilia (con inclusa la Sibilla di Norcia)
Nel 1650 Padre Fortunato Ciucci riferisce che, all'interno di un saggio redatto precedentemente da un certo «Primo Cambilunense», appare una menzione concernente la Sibilla di Norcia, la quale abiterebbe una tenebrosa caverna nel massiccio dei Monti Sibillini.
Ma chi era «Primo Cambilunense»? È possibile rintracciare, in qualche modo, il saggio da lui scritto?
Se andiamo in cerca di un autore il cui nome possa essere 'Primo', nell'ambito della letteratura europea del diciassettesimo secolo, o dei secoli precedenti, scopriamo di non essere in grado di identificare uno specifico letterato che porti questo nome. Per circoscrivere la nostra ricerca, un'utile indicazione parrebbe provenire dalla parola «Cambilunense», una qualificazione geografica che identifica l'antica città francese di Chalon-sur-Saône, attestata nella forma 'Cavillonum' o 'Cabillonum' nei "Commentarii de bello gallico" di Giulio Cesare.
Secondo Padre Ciucci, «Primo Cambilunense» fu vescovo e autore di opere di argomento teologico, e dunque è possibile per noi tentare di consultare la lista di vescovi che hanno occupato questa carica ecclesiale a Chalon-sur-Saône, a partire dall'alto Medioevo e fino all'anno 1650, quando il monaco nursino annota quella citazione. Purtoppo, però, questa lista, nota grazie al lavoro di altri studiosi, risulta essere particolarmente lunga: limitandoci alla porzione che va dall'anno 1000 in poi, si comincia con un certo Lambert nel 1017 e si continua con Geoffroy, Hugues, Guy, Aicard e molti altri, fino ad arrivare a Cyrus de Thiard de Bissy e Jacques de Neuchèze, in carica durante la prima metà del diciassettesimo secolo, l'epoca di Padre Ciucci. Nessuno di questi vescovi porta il nome di 'Primo', e nessuno di essi sembra avere scritto alcunché a proposito di martiri, come invece segnalatoci dal Ciucci.
E così, ci troviamo alla fine bloccati in una sorta di vicolo cieco. La lista dei vescovi di Chalon-sur-Saône non ci offre alcuna traccia utile. La nostra ricerca pare dunque arrestarsi innanzi ad una piccola città della Francia orientale, e le parole scritte a Norcia da Padre Fortunato Ciucci nel 1650 sembrano essere condannate a subire un malinconico destino di inconsistenza e oblio.
Ma un indizio estremamente significativo giunge in nostro soccorso.
Qualcuno, in un preciso momento della Storia, effettivamente scrive e pubblica un saggio sui martiri e sui luoghi presso i quali i loro martirio è avvenuto: una 'Topografia dei Martiri', esattamente ciò da cui Ciucci pare avere tratto la propria citazione.
Dobbiamo abbandonare, seppure temporaneamente, la Francia e rivolgerci all'Italia del sedicesimo secolo. Nella città di Messina, posta sulla punta più orientale della Sicilia, proprio di fronte al famosissimo stretto, viveva un tempo un illustre storico, astronomo e matematico, un abate benedettino che era noto in Europa per la sua profonda erudizione: Francesco Maurolico.
Uomo di vasta cultura, egli fu l'autore di un "Martyrologium", un'opera nella quale si fornivano informazioni in merito a santi e martiri della Chiesa Cattolica per ogni giorno dell'anno, una sorta di manuale per sacerdoti impegnati nella celebrazione della Messa. Ma il nostro interesse, certamente, non è rivolto a questa parte del suo libro.
Il "Martyrologium" di Maurolico, pubblicato a Venezia nel 1568, contiene una sezione aggiuntiva, di fondamentale momento per la nostra ricerca. Infatti, nella parte finale della sua opera, Maurolico inserisce una peculiare elencazione di luoghi: un catalogo di siti, città e regioni, che parte da Antiochia in Siria e termina con Urci, l'odierna Almeria in Spagna, e contiene inoltre ulteriori luoghi significativi concernenti gli apostoli, i profeti e altri personaggi che compaiono nella Bibbia.
Il titolo di questa sezione è “Topographia Sanctorum Christi Martyrum”: esattamente quella "Topografia de' santi martiri" menzionata da Padre Fortunato Ciucci, un secolo più tardi, nelle proprie "Historie dell'antica città di Norsia".
E questo non è tutto. È lo stesso Francesco Maurolico ad aggiungere un sottotitolo di grandissimo interesse: egli dichiara infatti che la sua "Topographia" è tratta da «Primo Cabilunense, vescovo e teologo, un tempo composta nell'Anno della Salveza 1450 e ora finalmente integrata» [nel testo originale latino: «per Primum Cabilunensem, episcopum, ac theologum, Anno salutis MCCCCL olim composita Et nunc demum recognita»].
Ed eccoci arrivati. Abbiamo forse trovato la fonte originale dalla quale Padre Fortunato Ciucci, monaco benedettino attivo a Norcia intorno al 1650, trasse quelle parole a proposito della Sibilla e della sua grotta.
Vedremo che la nostra ipotesi è assolutamente corretta. Perché Francesco Maurolico, il quale afferma di riferire quanto scritto da un precedente autore di nome Primo, ci fornisce esattamente le stesse parole già a noi note tramite il Ciucci.
E la nostra scoperta è addirittura ancora più ricca: "Sibilla Appenninica - Il Mistero e la Leggenda" è infatti lieta di sottoporre all'attenzione dei moderni studiosi le ulteriori frasi, in precedenza sconosciute, che Maurolico scrisse a proposito della Sibilla. In effetti, nella sua "Topographia" ve ne sono diverse. Come avremo modo di vedere nel prossimo articolo.
21 Apr 2018
A mysterious quote from «Bishop Primus Cambilunensis» unveiled - 1. Fortunato Ciucci and his words on the Cave of Norcia
The legend of an Apennine Sibyl residing beneath a remote peak in central Italy has journeyed across many European countries, spanning more than six centuries and emerging in unexpected ways in the works of dozens of authors speaking different languages.
One of the most cryptic quotes on the Sibyl of the Apennines which scholars have dealt with is found in an historical essay written in year 1650 by Father Fortunato Ciucci, a monk who lived in Norcia, the town which is set in the vicinity of Mount Sibyl. In his “Chronicles of the Antique Town of Norsia”, Father Ciucci reports the following sentence:
«Not far from the said Lakes [of Mount Vettore], on the southern side of the same mountain, a frightful Cavern is present, in which since time immemorial [...] a false Sibyl has her abode, whom Primus Cambilunensis, a Bishop and Theologist of the Topography of the holy martyrs, maintains she is the Emerian, also known as Cimmerian, a different Sibyl from the Cumaean and the Tiburtine, with the following words: 'The Emerian Sibyl, who some call Cimmerian owing to the gloominess of her abode, and who resides in the Cave of Norcia, not the same Sibyl as the Cumaean and the Tiburtine'».
[In the original Italian text: «Non molto lontano dai detti Laghi [del Monte Vettore] verso il Mezzogiorno nell'Istesso Monte Vittore s'apre un'orrenda Spelonca, dove da un lungo rivolgimento di tempo [...] abita una mensogniera Sibilla, la quale dice Primo Cambilunense Vescovo e Teologo della Topografia de' santi martiri che sia l'Emeria chiamata Cimeria, diversa dalla Cumea, e Tiburtina, con queste parole: 'Sybillam Emericam quam alij Cimeriam vocant ab oscuritate loci, et in Nursinis Antris habitantem, atque a Cumea, et a Tiburtina diversam»].
A number of questions arise when confronting with Father Ciucci's antique excerpt: who was «Primus Cambilunensis», bishop and theologist? What sort of 'Topography' about martyrs is the book Father Ciucci is quoting from? Who is the 'Cimmerian Sibyl' and why that Sibyl would be connected to the Sibyl of the Apennines?
For centuries, this mysterious, enigmatic reference to the Sibyl of Norcia has rested unfathomed before the puzzled eyes of scholars, in the absence of a clue as to where to turn in order to find the original source of Ciucci's quote.
Today, “The Apennine Sibyl - A Mystery and a Legend” is proud to bring all the interlocking pieces of this astounding literary puzzle together. Like in a most classical treasure hunt, we will analyze each clue available to us, searching into history and literature, so that in the end we will be fully able to reassemble the whole picture and confer an identity and an epoch to Primus Cambilunensis: another element of the amazing portrait of the Apennine Sibyl that has been painted from many different hands across many centuries throughout the lands of Europe.
Follow me into this thrilling journey across old books and ancient manuscripts, a travel through a legend that never stops dispensing new surprises.
Una misteriosa citazione da «Primo Cambilunense Vescovo» svelata - 1. Fortunato Ciucci e le sue parole sulla Grotta di Norcia
La leggenda relativa a una Sibilla Appenninica che avrebbe dimorato all'interno di un picco elevantesi nell'Italia centrale ha percorso molte nazioni d'Europa, attraverso più di sei secoli, emergendo in modi spesso inattesi all'interno delle opere di decine e decine di autori che hanno parlato e scritto in lingue differenti.
In relazione alla Sibilla degli Appennini, una delle citazioni più enigmatiche con la quale gli studiosi della leggenda sibillina hanno avuto l'opportunità di confrontarsi è quella reperibile in un saggio storico redatto nell'anno 1650 da Padre Fortunato Ciucci, un monaco vissuto a Norcia, la città posta nelle vicinanze del Monte Sibilla. Nelle sue "Historie dell'antica città di Norsia", Padre Ciucci riporta le seguenti parole:
«Non molto lontano dai detti Laghi [del Monte Vettore] verso il Mezzogiorno nell'Istesso Monte Vittore s'apre un'orrenda Spelonca, dove da un lungo rivolgimento di tempo [...] abita una mensogniera Sibilla, la quale dice Primo Cambilunense Vescovo e Teologo della Topografia de' santi martiri che sia l'Emeria chiamata Cimeria, diversa dalla Cumea, e Tiburtina, con queste parole: 'Sybillam Emericam quam alij Cimeriam vocant ab oscuritate loci, et in Nursinis Antris habitantem, atque a Cumea, et a Tiburtina diversam'».
Nel prendere in considerazione l'antica citazione di Padre Ciucci, sorgono dunque una serie di domande: chi era «Primo Cambilunense», vescovo e teologo? Da quale 'Topografia' concernente i santi martiri sta traendo, il Ciucci, il brano citato? Chi è la 'Sibilla Cimmeria' e perché questa Sibilla sarebbe collegata alla Sibilla degli Appennini?
Per secoli, questo misterioso, enigmatico riferimento alla Sibilla di Norcia si è stagliato in modo impenetrabile di fronte allo sguardo perplesso degli studiosi, nell'assenza di indizi che potessero indicare la direzione verso la quale volgersi per rintracciare la fonte originale della citazione di Ciucci.
Oggi, "Sibilla Appenninica - Il Mistero e la Leggenda" è orgogliosa di ricomporre tutti i pezzi interconnessi relativi a questo incredibile rompicapo letterario. Come nella più classica delle cacce al tesoro, analizzeremo ogni indizio a noi disponibile, investigando tra storia e letteratura, in modo tale che, al termine della nostra ricerca, saremo in grado di ricostruire un'immagine completa, conferendo un'identità e un'epoca a Primo Cambilunense: un nuovo elemento dello stupefacente ritratto della Sibilla Appenninica dipinto da molte mani differenti lungo vari secoli nelle varie lande d'Europa.
Seguitemi in questo emozionante viaggio attraverso libri polverosi e antichi manoscritti, un viaggio riguardante una leggenda che non cessa mai di dispensare nuove sorprese.